Le critiche all'Artista Romeo Iurescia
Non potrei
esaurire qui i miei pensieri, i miei pareri e le mie riflessioni sull'artista
Romeo Iurescia.
Dirò soltanto
di sentire un profonda gioia nel presentarlo.
E
meraviglioso guardare un filo derba uscire dalle strade nere di asfalto della
Città odierna.
L'Ego insorge
in tutta la sua forza di natura nell' inquadratura di vigorosa manifestazione di
Uomo di Animo e di Artista che dà al mondo il suo perenne esempio del bene, del
bello e del vero.
Mara Mariotti
Mi son fatto crescere la barba sul viso di
scavata roccia per coprire la misera tristezza...
mi dicono che essa traspare dagli occhi.
Romeo Iurescia
Critica d'arte del figlio Paolo Iurescia
Critica d'arte della nuora Maria Mauro
Critica del Gazzettino di Montesacro Ottobre 2005
La critica di Toni Bonavita
Mostra Personale del Pittore Romeo Iurescia GALLERIA D'ARTE "L'ETRUSCA"
futuro
La figura
umana, anzi i “gruppi di figure” , sono il punto focale della pittura di Romeo
Iurescia, un artista molisano che si presenta con opere di tipo espressionista
di ottimo livello.
Iurescia, dopo
i primi esperimenti lungo il filone della pittura tradizionale, ha sentito il
bisogno di trovare un suo proprio linguaggio.
La gamma di
colori è diventata brillante, il segno deciso, la tavolozza si è arricchita di
bianchi luminosi.
Soprattutto ci
sembra di particolare interesse la tematica di questo artista: i suoi “gruppi” sono i prototipi di un società
angosciata e dolorante.
Iurescia rende
questo dolore con la deformazione dell’immagine. L’oppressione, l’angoscia
diventa anche angoscia grafica che si esprime nella totale copertura della tela
con le immagini, o segni.
E’ questo
infatti un artista che ha qualcosa da dire e lo dice con i suoi mezzi che va
sempre affinando, perfezionando, rendendo più validi.
Il suo
curriculum ricco di premi e riconoscimenti, le sue opere in collezioni d’Europa
e d’America, dimostrano la tenacia e l’accanimento nel lavoro di chi crede
nella possibilità della pittura e soprattutto nella possibilità di
comunicazione che essa può offrire.
La selezione
dei quadri esposta in questa mostra ne fanno certamente fede.
Iurescia non
si è lasciato attrarre da facili possibilità rappresentative perseguendo invece
una strada personale in positiva evoluzione. Del resto il continuo rinnovarsi è
l’impegno di ogni artista che crede in se stesso, nel suo lavoro e soprattutto
nella sua pittura.
Toni Bonavita
"Cerco gli amici tra la folla e non ne trovo... su un albero che muore non vanno gli usignoli... ...solo file di formiche rosse" Romeo Iurescia
Raramente ci è occorso di leggere con tanta gioia sulle tele di un pittore la proiezione della
sua anima: egli con appassionata poesia narra a noi fatti e leggende di ogni
giorno; li inquadra con saggezza tutta moderna, ma rara per un uomo che ha
sofferto, in panorama di bellezza e di luminosità.
Anche se
giunge alla scomposizione dei corpi, della realtà, delle luci, lo fa con
commossa mano, sicché tutto ci appare come visto al di la di un pensiero, al di
là di un irreale bellezza.
Ci sono
composizioni ove il pittore narra momenti di disperato dolore, attimi di
smarrimenti e di desideri; ebbene, noi leggiamo con ammirata intenzione questi
suoi racconti, poiché Iurescia, come abbiamo già detto, ce li presenta con tale
carica di amore, che traspare, anche se muto, dalla impaginazione intelligente
e buona che ne fa la sua mano!
Che contano
attimi di dolore, di fronte alla fede nella vita e nell’amore?
Che vale una
impressione di amarezza e di pianto se l’andamento tutto dalla impostazione
pittorica è tale da far sperare sempre nel giorno migliore, più bello?
Guardate le
sue donne: anche se atteggiate a momenti di dramma, di illusione, di termine,
esse hanno dentro, sia pure in un centimetro soltanto della loro carne, un
valore caldo di bellezza e di attesa; quei corpi straziati dal pittore in cento
pose, avvolti in un atmosfera da dramma, hanno pur sempre il segno della mano
del Creatore che ha loro impresso l’impronta della sua divinità!
I paesaggi? Là
noi entriamo in un silenzio francescano: non segni di decadenza, non barlumi di
fatiscenza, ma soltanto e solamente valori reali di vita e di attesa che sono
quelli, poi, che Iurescia ha dentro di se.
Pittura questa
che consola, pittura che parla apertamente, con innata purezza, di un Uomo che
ha saputo superare delusioni e sconfitte, affidando alla pittura i compito
ancestrale di purificarlo da ogni peccato originale.
E Iurescia ha
anche il dono della poesia … cosicché, quando il suo cuore gonfio di gioia e di
amore o di pianto, cerca riposo, una delle due arti gli stanno accanto, pronte a ricordargli la
divinità della nostra essenza. Sandro Paparatti
"figure"
"danza"
Intervista a Romeo Iurescia di Pietro Volpe pubblicata sulla rivista COLOR CITY marzo 2010
UN
ARTISTA CON IL CUORE
Abbiamo incontrato
Romeo Iurescia, pittore, poeta, romanziere,un artista veramente completo.
Entriamo
nel suo studio e ammiriamo i suoi quadri grandiosi e intimi al tempo stesso, che
rappresentano un mondo di verità e comunicano stati d animo ardenti e forti.
Notiamo questo quadro che
dipinge l apocalisse di un paese, come metafora dell uomo, è ambientato a
Cerignola Iurescia ci spiega questo rappresenta i contrasti
che
albergano in ogni animo, il bene, il male, la forza e la debolezza, il chiaro e
lo scuro, la famelicità e l altruismo;
A
sinistra infatti viene rappresentato il mondo della lussuria, della lascivia,
ladri, pedofili, la simonia, vescovi che vendono le indulgenze, il popolo che
reclama , ma poi per contrasto a destra, si nota il mondo del bene, il mondo
della luce, dei valori spirituali, qui sono ritratti il Papa PaoloVI e il
famoso sindacalista Di Vittorio, nato appunto a Cerignola, simbolo dei
lavoratori, dei difensori dei lavoratori,del bene sociale.
Questi
due personaggi hanno un espressione di smarrimento e perplessità, di fronte ad
un mondo che sembra la rappresentazione di una farsa. Cosi a sinistra si vede
la Basilica ed alla parte opposta i quattro Cavalieri dell Apocalisse,
simboleggiante la morte che tutto pareggia e tutto annulla;
Posso
dire che è una delle opere che piu mi rappresenta, in quanto mi sono sempre
interessato sia dei temi sociali che di quelli spirituali, cercando di trovarvi
sempre un punto di contatto.
Il nostro giovanissimo
artista, come vedremo meglio piu avanti, ci mostra e ci descrive altre tele,
in una e rappresentata la pedofilia, luomo-demonio che pesa i bambini, in
unaltra vediamo la crocefissione, in un altra ancora i cavalli che esprimono
la forza in azione e la liberta; in questultima risalente a questa estate
ci
dice esposta insieme ad altre opere nella mostra nei pressi di Vasto,
raffiguro il mondo dei contadini, la campagna .
Quando ero pastorello continua rimembrando, con linguaggio colorito e antico,
le sue origini nei tratturi del Molise, venendo da una famiglia povera, da
bambino pascolavo i buoi e le pecore del padrone, a Montenero di Bisaccia e a
Petacciato.
Sapete
si partiva al
lunedi e si tornava al sabato, si portava la buatta
il
recipiente delle sarde e due pagnotte, che dovevano bastare per l intera
settimana
si approfittava del latte e del formaggio delle pecore e dei
grappoli duva o della frutta che si
riusciva di nascosto a recuperare nei campi che si attraversava, Si viveva
cosi
..
Capitava
che si costeggiava la strada, la statale 17, la strada che collega Petacciato a
Termoli, e li trovavamo
le pietre miliari
quelle che indicavano i chilometri,
bianche, grandi, io ero piccolino, mi sembravano enormi, delle lavagne
naturali, che non avevo mai visto, erano la mia unica piccola-grande
possibilita di esprimere i sentimenti e le emozioni; forse rivivendo lo
stupore e la meraviglia dei primi uomini di fronte ai loro graffiti, e quindi
usavo queste pietre, bianchissime, cosi mi apparivano, uscendo dal gregge e
dal fango dei primi freddi, per tratteggiare con le mani lo stupore dei primi
colori, usando foglie, terra, bacche, frutti.
Con
le bucce delle noci, ad Ottobre, ci facevo il verde, con l argilla il giallo,
con le more il rosso
; mi sporcavo e sporcavo le pietre, ma cosi ho
imparato a meravigliarmi della bellezza dei colori e non ho piu smesso di
desiderarne l odore e la gioia
Poi,
per esempio con i sugheri raccolti nella spiaggia del mare facevo le
casette, con l argilla plasmavo i pupazzetti e cosi nel tempo costruivo il
mio primo presepe
..
Noi
al paese, nel 1949, non avevamo nemmeno l acqua corrente in casa e invece nel
presepe riuscii a fare i fiumicelli; misi una pompa per l acqua ramata, per la
vite,sotto il piano, il mio fratellino pompava e l acqua scorreva
.e quando
venne il prete a vedere la mia opera quanto si meraviglio! : Ma come noi non abbiamo neppure l acqua in casa
e tu sei riuscito a fare il fiume nel presepe?!!!
Successivamente
questo prete, scorgendo qualita e passione mi propose per il collegio: a quel
tempo, per la mia famiglia era l unico modo per darmi la possibilita di una
istruzione e di emanciparmi dalla mia condizione. Avrei dovuto fare il
Missionario in Mozambico, ma li incontrai un frate che faceva affreschi per le
chiese, ed ho avuto la fortuna di vederlo al lavoro,come impastava le
polveri,le proporzioni,i disegni, iniziavo a sgrossare la mia curiosita e
diventavo piu esigente, anche con me stesso.
Tornato
al paese, per problemi di salute, seguivo mio padre che nel frattempo si era
trasferito a Vasto, e nel 1959 partecipavo al mio primo concorso di
estemporanea, organizzato dal Comune, dedicato al Nobiluomo e mecenate Carlo
Della Penna.
Arrivai
ventiseiesimo su trecento e passa, ma per consolazione, come premio, diciamo,
mi regalarono una scatola di colori ed il cavalletto ed in piu lo stesso
organizzatore , Carlo Della Palma, venendo a casa e trovandomi anche con le
scarpe rotte, mi diede, a quel tempo cinquanta mila lire, per incoraggiarmi a
continuare gli studi e la passione per la pittura!....
A
scuola, alle magistrali, poi venni preso di buon occhio dal mio professore di
disegno, Ennio Minerva, che fu uno dei piu famosi pittori di Vasto,
permettendomi persino di aiutarlo nella didattica, con alcune piccole lezione
che tenevo agli altri compagni di classe, ricordo per esempio quella sulla
teoria delle ombre, e ricordo, come eccellenza della mia formazione, il mio
preside, che era Don Luigi Martella, uno dei discepoli dellAccetti, del
Palizzi, la famosa scuola napoletana di quel periodo.
Da
allora mi sono sempre piu appassionato ed ho partecipato a decine di mostre e
decine di personali, di estemporanee, collettive, ho fatto mostre persino sulle
navi, e devo dire anche con discreto successo: le mie quotazioni nel mercato artistico mi hanno permesso anche piccoli
investimenti economici, per me e la mia
famiglia, anche se i miei interessi si aprono ad altro, sono scrittore, poeta,
saggista, romanziere, ho pubblicato quattordici opere, ed editore, creando
appositamente le copertine con i miei dipinti, unendo le mie capacita
artistiche.
Per
quanto riguarda il mio presente ed il mio futuro, sto pubblicando un romanzo e
contemporaneamente un opera filosofica: la mia prima laurea l ho raggiunta a
cinquantadue anni, ed ora mi sto avvicinando, manca pochissimo, alla seconda.
Sono
inoltre Consigliere Circoscrizionale a
Roma, dal 1980, uno dei piu vecchi, anche come anzianita di servizio , d
Italia, credo, ed ho soprattutto intenzione di incoraggiare idee e personalita
politiche che hanno largo respiro, continuando a sostenere il pu possibile nel
mondo della politica progetti autentici, veri, che cerchino il bene della
collettivita ed il miglioramento dei piu elementari servizi, partendo dalla
circoscrizione che e il motore del vivere civile e la prima catena di trasmissione
dei valori, che ricerchi la solidarieta e il sostegno per i piu bisognosi,
coltivando i buoni propositi, come donare un sole nella tasca ad ogni
cittadino
.
Come
nella poesia , cosi nella pittura, cerco di affrontare i temi sociali e, oltre
che denunciarli, come nel mio impegno politico, cerco anche di risolverli o
almeno portare il cittadino piu vicino possibile alla ricerca della soluzione,
anche in maniera plateale, come quando sono arrivato a dovermi stendere nell Aula
Consiliare in terra per manifestare la mancanza di spazio per i progetti
culturali.
Se
noi reclamiamo troppo tardi poi non facciamo piu in tempo a riottenere quello che abbiamo perso.
Ma
io a dispetto della mia anagrafe mi sento proprio un ragazzino e vado a manifestare,
protesto, parlo, ed a settantanni sento di averne appena sette.
PIETRO
VOLPE
Intervista pubblicata
sulla rivista COLOR CITY marzo 2010
ARTE IN STRADA
Via Sannazzaro
Via Sannazzaro
Mercatino di Conca D'oro
Mercatino di Conca D'oro
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